Se le relazioni non ti fanno più vibrare
Quando perdiamo il senso di connessione con gli altri viene meno una parte fondamentale del nostro legame vitale con il mondo. Ecco come ristabilire questa capacità
Rigenerare la capacità di connessione umana
Inizio: fine novembre 2025
Roma - Cantieri scalzi, via Via Pistoia, 1b (metro A Re di Roma e C Lodi)
Le relazioni sono ciò che più può nutrirci e più può ferirci.
Le ferite sperimentate nel passato ci portano a difenderci dagli altri e la cultura in cui siamo immersə propone indipendenza e distacco come ricetta per stare bene.
Ma siamo neurobiologicamente disegnati per essere in connessione tra noi, tanto che tutto il nostro corpo è programmato per provare benessere alla presenza degli altri: nell’abbraccio, nel cantare o muoversi insieme, nel sentirci visti e accolti.
E se ci fosse un modo per sperimentare modi più appaganti di essere con gli altri, se potessimo riscrivere le regole della nostra grammatica relazionale per poter coniugare autenticità e appartenenza, rispetto e apertura?
RISONANZA è un percorso per la cura e trasformazione delle nostre capacità relazionali. Basandosi sulle pratiche del “relazionarsi autentico” e le scoperte della neurobiologia interpersonale, consente di fare esperienza di un senso di connessione più profonda con gli altri e trasformare quelle reazioni automatiche che, in certe relazioni o situazioni sociali, ci fanno chiudere o sentire a disagio.
E’ anche una palestra per creare gruppi e comunità non oppressive, dove non sia necessario nascondere parti di sé per poter appartenere. Perché avremo sempre più bisogno di condivisione e azione collettiva in un pianeta attraversato da crisi strutturali, interconnesse e accelerate.
Il percorso parte a novembre. Se ti “risuona” non farti sfuggire questa opportunità:
«Nella vita della tarda modernità abbiamo perso la capacità di “appropriarci” delle nostre esperienze, facciamo un mucchio di cose che non ci coinvolgono veramente, alla sera abbiamo dimenticato tutto. L’alienazione si può superare solo con un nuovo modo di relazionarsi con il mondo. Potremmo chiamarlo “Risonanza”. La Risonanza è l’opposto e l’alternativa all’alienazione, è “il legame vibrante” e quindi vitale tra noi e il mondo, in modo che la vita possa tornare a scorrere attraverso di noi.»
Hartmut Rosa
Ma in pratica, che si fa?
Ogni incontro propone attività insieme giocose e profonde per imparare a relazionarsi in un modo trasformativo, facendo esperienza diretta della risonanza con gli altri come stato viscerale di connessione.
Il primo ingrediente è la creazione di uno spazio dove non solo tuttə sono accoltə e benvenutə, ma ogni parte di noi: quella che vuole connettersi con gli altri e quella che non vuole farlo, quella che è aperta alla relazione e quella che vuole nascondersi, giudicare o respingere. Autenticità significa sentire di essere accettati non solo a determinate condizioni. E’ l’esperienza curativa del sentirsi profondamente connessi con se stessi mentre si è in relazione con gli altri.
Nel relazionarsi autentico la capacità di connettersi agli altri non dipende dall’essere estroversə, sicurə di sé o divertenti. La chiave delle pratiche di connessione e risonanza non sta tanto in quello che si dice e come lo si dice, ma nella qualità dell’ascolto non giudicante che si crea spontaneamente grazie ad alcune regole di comunicazione adottate.
Gli incontri sono strutturati in 4 fasi che accompagnano l’esperienza in modo da assicurare coerenza, gradualità e impatto.
Dopo una parte libera di arrivo e orientamento accompagnata da musica, si inizia con una breve introduzione di psicoeducazione su come migliorare le relazioni basata sulle più recenti ricerche sul funzionamento del sistema nervoso autonomo.
Subito dopo si passa a un’esplorazione meditativa in movimento nel quale potersi ascoltare e radicare, invitando uno stato di curiosità che consente di aprire nuovi canali percettivi.
Il nucleo centrale della pratica si svolge a coppie o piccoli gruppi e consiste nello sperimentare in modo guidato uno stato di presenza e connessione con gli altri, attivato sia dalla qualità dell’ascolto che dallo spostamento dell’attenzione da pensieri astratti al proprio stato interiore nel momento presente. Queste qualità emergono naturalmente grazie a semplici indicazioni sulle modalità e l’oggetto della condivisione.
Una volta attivato, questo stato di connessione viscerale rende possibile osservare in modo meno triggerante le reazioni automatiche proprie e altrui che rendono difficile relazionarsi agli altri, portando compassione e consapevolezza alle ferite per difendere le quali si attivano, e aprendo lo spazio per sperimentare nuove strategie e possibilità di relazione.
Attività comuni nelle culture del passato che oggi spesso evocano sensazioni di inadeguatezza e vergogna - come il gioco, il canto, il ballo, il contatto fisico consensuale, l’espressione delle emozioni difficili - saranno proposte sia per osservare le proprie reazioni, che per sperimentare un senso di connessione più vitale che si rende disponibile grazie a questo lavoro.
Anche se il percorso invita a esplorare nuovi modi di essere con gli altri, non è necessario esporsi più di quanto non venga naturale fare. Ritrosie, paure, e bisogni di disconnessione non solo sono rispettati, ma sono strumenti importanti del processo stesso. E’ sempre possibile appartarsi, prendere una pausa, restare nel ruolo di osservatori o abbandonare il workshop.
L’ultima parte è l’integrazione attraverso attività di riflessione che consentono di tradurre quanto sperimentato in consapevolezza e strumenti per la propria vita.
Temi degli incontri
1. Radicarsi in sé per potersi aprire agli altri (novembre)
Il presupposto dell’autenticità è la capacità di essere in connessione con se stessə. Anche se appare scontato, questa rappresenta una vera e propria sfida nella nostra società in cui siamo continuamente pressati a interagire secondo parametri esterni di performance, accettabilità, gradevolezza e appartenenza. In questo primo appuntamento esploreremo il nuovo senso scoperto di recente dalle neuroscienze chiamato “interocezione”, la capacità di sentire il proprio stato interiore, facendo esperienza della profonda interconnessione tra corpo e emozioni.
2. Compassione per se stessə e per gli altri (dicembre)
I nostri e altrui errori, mancanze, incapacità non dipendono quasi mai da una nostra intenzione di fare del male, ma sono il risultato di condizionamenti interni ed esterni che attivano reazioni automatiche che ci portano ad agire in modo non sintonizzato ai nostri e altrui bisogni relazionali. In questo incontro esploreremo il tono della nostra voce interiore, sperimentando quello della risonanza come alternativa a quello critico e giudicante.
3. Ascolto sintonizzato (gennaio)
L’ascolto è la capacità chiave che consente la connessione tra esseri umani. Ascoltare non è semplicemente capire quello che una persona dice. Un ascolto reale richiede una sintonizzazione sull’altro attraverso la quale si è in grado di sentire il contenuto emotivo e non soltanto cognitivo espresso dall’altra persona. In questo incontro sperimenteremo il potere espansivo dell’ascolto e il sapere interiore che emerge quando ne facciamo esperienza.
I temi degli incontri successivi saranno: esprimere emozioni difficili, gioco, confini, canto corale improvvisato, ritmo, contatto fisico consensuale, trasformazione dei conflitti, ecosistema, riti, traumi collettivi, cambiamento sociale. Il calendario degli incontri viene aggiornato con la progressione del percorso.
Perché è importante?
Questo per-corso non è fine a se stesso. Ha l’obiettivo di riattivare competenze esiliate dalla modernità, ma di cui i nostri corpi emotivi conservano una memoria ancestrale perché è grazie ad esse che ci siamo evoluti in quanto specie umana.
La riattivazione e messa a disposizione della società di queste competenze è un compito storico urgente e ineludibile. La crescente disconnessione, anestetizzazione e normalizzazione della crudeltà che vediamo espandersi nel mondo non può essere affrontata soltanto individualmente o con strumenti punitivi.
Quanti progetti, organizzazioni, rapporti, possibilità falliscono per l’incapacità di comunicare, capirsi e trasformare le proprie reazioni automatiche nelle relazioni con gli altri?
RISONANZA fornisce strumenti per migliorare le nostre relazioni, ma anche per l’evoluzione personale. Mentre rapporti superficiali e performativi ci portano ad indossare delle maschere, connessioni autentiche possono incoraggiarci a mostrare versioni inespresse di noi stessə. Questa crescita personale basata sulla reciprocità e nutrita dallo sguardo degli altri incoraggia forme di azione collettiva, aprendo possibilità per una trasformazione più profonda del mondo che ci circonda.
Cosa dice chi lo ha già sperimentato?
Ho apprezzato tanto la facilitazione eseguita con calma, con sincerità e autenticità impersonando davvero il senso delle relazioni autentiche con sé stessi e con gli altri.
Sara Marzo
Con i suoi modi durante le attività sono riuscito davvero a rilassarmi completamente e a scavare dentro di me ... Diego mi ha permesso di empatizzare molto di più con la natura e molto di più anche con me stesso .
Michele Stelluti
L’onestà intellettuale di Diego, nessuna certezza portata al gruppo, nessuna esaltazione emozionale, tanta delicatezza. La capacità di condurre il gruppo con chiarezza di intenti senza mai imporre e senza mai agire con presunzione e la volontà continua di portare alla luce per se e per il gruppo le debolezze e le fragilità del proprio vissuto interiore sono cose per me preziose ricevute da questo seminario.
Alberto Troisi
La tua umiltà, il tuo metterti in gioco, il tuo mostrarti vulnerabile, la libertà che ci hai dato di partecipare o non partecipare alle attività. Il rispetto che hai dato al lavoro degli altri due facilitatori. La sinergia con la quale avete interagito tra voi facilitatori. La tua calma.
Claudia Recchiuti
Ciao Diego ti volevo ringraziare per la professionalità e il cuore che hai messo in questo seminario. Come ti ho raccontato in questi giorni, io sono un’appassionata di gruppi, cerchi e giochi di connessione... e trovare queste qualità in chi conduce non è scontato. La buona riuscita di un’attività, oltre che dal contenuto, dipende dal cuore e da quanto lo stesso facilitatore si mette in gioco.
Per questo, al di là delle attività proposte, già di per sé molto stimolanti, ho apprezzato tanto il tuo modo di condurci: mi ha fatto sentire molto a mio agio il tuo ‘’esporti emotivamente’‘ in prima persona, raccontandoci come ti sentivi nelle varie attività. Ti abbiamo sentito uno di noi e ci siamo sentiti liberi di esprimerci.
Renata Campagnola
I momenti con Diego sono stati delle pause di riflessione potenti ed utili. Per me è stata una sfida mettermi in gioco da sola e con estranei ma mi sono sentita accolta ed al sicuro; ho trovato interessante il tema della vergogna, mi ha toccata profondamente, perché da bambina era il mio stato predominante e non me ne rendevo conto scambiandola per timidezza....grazie Diego, grazie per le mie nuove consapevolezze
Aurora Rossi
Quello che mi è piaciuto tantissimo è stata la versatilità, poca rigidità, padronanza di ciò che portavi. Sei molto chiaro, hai un tono di voce adatto, si nota anche la tua esperienza dal punto di vista del parlare. Quello che sentivo a pelle era il tuo carisma, una sorta di magnetismo animale che sprigioni quando conduci.
Antonio Carraro
Chi sono




Mi chiamo Diego Galli e sono un organizzatore di comunità formatosi negli Stati Uniti con l’Industrial Areas Foundation. Nel 2017 ho fondato l’Associazione Community Organizing Italia con cui ho svolto diversi progetti e formazioni rivolte al terzo settore, tra cui un progetto di costruzione della comunità educante intorno alle scuole di quartieri periferici di Roma che ha ottenuto importanti risultati e riconoscimenti pubblici.
Più di recente, ho integrato questo approccio con la formazione professionale di Gabor Maté “Compassionate Inquiry” per la cura del trauma, le pratiche del relazionarsi autentico apprese nei programmi di formazione ART, Authentic revolution e SeekHealing e la facilitazione di processi di sviluppo rigenerativo con il Regenesis Institute.
Nel mio passato ci sono l’attivismo politico e il teatro, due grandi palestre per il lavoro con i gruppi, oltre a un’interminabile lista di corsi ed esperienze di conduzione.
Nella mia facilitazione porto uno spirito di accoglienza, la capacità di creare sicurezza psicologica e un intuito per le dinamiche e le emozioni inespresse. L’intuizione di fondo che guida la mia ricerca attuale è che per curare le ferite più profonde del nostro pianeta dobbiamo rigenerare la capacità di connessione umana. A questo scopo ho avvito il progetto Rigenerazionale.
Per partecipare
Il per-corso si terrà a Roma, in uno spazio accogliente, in orari serali o il fine settimana. Si potrà seguire tutto il percorso, una parte, o solo un incontro.
Il costo sarà codeterminato attraverso un processo di “corresponsabilità finanziaria”: alla fine di ogni incontro i partecipanti saranno invitatə a riflettere sul valore dell’esperienza, sui costi sostenuti per la sua realizzazione e sulle proprie possibilità economiche, contribuendo in modo equo e sostenibile.
Il percorso parte nella seconda metà di novembre. Pre-registrarti per essere informatə non appena apriranno le iscrizioni: